Vivere nel buio e senza Consapevolezza
Chi siamo noi? Comprendere la nostra natura sta alla base di qualsiasi percorso spirituale che s’intende intraprendere, senza questo passaggio la nostra esistenza risulta insignificante e priva di qualsiasi ragione e nel tempo smarriamola la via del nostro vero essere.
Senza una strada da percorrere, senza una meta o un traguardo da raggiungere e programmare, brancoliamo nel buio in balia dei sensi che chiedono di essere appagati, finendo per dare più retta a quelli che sembrano essere maggiormente bisognosi di attenzioni, rischiando di essere trasportati su strade, talvolta complicate e che ci allontanano dal nostro essere o dalla percezione della nostra reale dimensione dell’Io.
La risposta istintiva nel rapporto elementare tra stimolo e risposta.
Quando il mondo dei sensi prevale rispetto a quello della ragione, non siamo noi a condurre i giochi della nostra vita, ma la risposta sensoriale, quella che comunemente in psicologia viene definita come la più elementare e che ci avvicina maggiormente al comportamento animale. Per chi la conosce sa che sto parlando del rapporto che sussiste tra lo stimolo e la risposta comportamentale, più simile a uno schema che ad una vera e propria decisione consapevole.
Questo tipo di risposta ci porta a fare scelte e adottare comportamenti istintivi che sono dettati da un meccanismo di risposta quasi automatico e senza controllo, specialmente quando le emozioni che si generano dalle situazioni sono prevalenti rispetto la ragione e quindi non sono filtrati dalla coscienza.
Vivere nella consapevolezza della nostra natura è la vera via.
La vita che viviamo insieme a tutte le situazioni trasforma la percezione che abbiamo di noi stessi e finiamo per riconoscerci nel prodotto di queste dinamiche. Il percorso di auto consapevolezza che possiamo intraprendere ha lo scopo di stimolare in noi una maggiore coscienza su ciò che è la nostra natura e che non è certo un’insieme di schemi istintivi e di comportamenti ripetuti. La stessa Intelligenza Artificiale ci porta a comprendere come anche le risposte che possiamo ottenere sono il frutto di un’elaborazione di dati e non più un semplice schema di risposta statica frutto della programmazione fatta.
Probabilmente questo sta accadendo perché l’uomo sta evolvendo nella sua comprensione non solo dell’ambiente che lo circonda, ma anche di come egli stesso funziona ed è stato progettato. La risposta secondo un algoritmo non è più così efficiente perché occorre analizzare molte più variabili e quindi molti più schemi di risposta che tengono conto ad ampliare la percezione di ciò che si conosce e di ciò che nella realtà appare sconosciuto.
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